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Dopo i percorsi presentati lo scorso 15 marzo per la presa in carico di pazienti con infezione da virus dell’Epatite C e per i tumori gastro enterici, arriva un terzo modello sviluppato dai professionisti della ASST di Monza per una maggiore integrazione tra ospedale e territorio, nell’ottica di fare rete con i Medici di medicina generale.

ASST Monza

 

Ogni anno in Italia si ammalano di tumore alla mammella circa 52.000 donne; per circa due terzi di queste pazienti, l’iter terapeutico si avvia con l’intervento chirurgico e prosegue poi con la sola terapia ormonale, che abitualmente dura 5 anni. In questi periodo, l’oncologo sottopone le pazienti a controlli periodici che comprendono visite mediche, alcuni esami strumentali (ecografia mammaria e mammografia bilaterali) e di laboratorio (analisi del sangue). È questo ciò che i medici definiscono convenzionalmente follow-up. All’inizio i controlli hanno una frequenza più ravvicinata (quattro-sei mesi), per poi diradarsi nel tempo (una volta all’anno fino al quinto anno).

La visita periodica a cadenza programmata è indispensabile per monitorare attraverso gli esami strumentali e di laboratorio sia la recidiva locale, sia la comparsa di potenziali lesioni a distanza.

Il progetto-pilota che sta per partire nell’ambito della ASST di Monza è rivolto a quelle pazienti che, dopo chirurgia ed eventualmente radioterapia, sono sottoposte a trattamento ormonale per 5 anni e che devono quindi recarsi periodicamente alle visite di controllo. La novità è che queste visite saranno svolte dai medici di famiglia delle pazienti, in stretta collaborazione con l’oncologo di riferimento, secondo un percorso condiviso e per certi versi innovativo.

Sono oltre 2000 le visite che ogni anno vengono eseguite dagli oncologi per la sorveglianza durante il follow up del tumore mammario.Immagine

“Non saranno più necessarie lunghe file al CUP per prenotare le visite di controllo”, chiarisce la prof.ssa Marina Cazzaniga, Direttore facente funzione dell’Unità operativa complessa Centro di Ricerca di Fase 1 e responsabile per la patologia mammaria dell’oncologia medica. “La paziente, dopo la prima visita con l’oncologo, riceve una lettera dettagliata che fornisce istruzioni al suo medico di famiglia su quali esami deve eseguire e dopo quanto tempo”.

Follow up sul territorio quindi, risparmio di tempo, e di ansia, per le pazienti, che potranno concordare con il proprio medico di famiglia il giorno della visita.

L’oncologo e il medico di famiglia saranno sempre in stretto contatto nell’ottica della risposta ai bisogni di salute della paziente; “in qualsiasi momento del percorso di controllo” continua la prof. Cazzaniga. “In caso di dubbio clinico o di sospetta recidiva, il medico di famiglia potrà contattare l’oncologo di riferimento attraverso un canale dedicato: sono stati riservati degli slot settimanali di visita nell’ambulatorio della Oncologia Medica dedicato a queste pazienti ed è stato creato un indirizzo mail specifico: in questo modo, i medici di famiglia potranno contattare velocemente lo specialista e riaffidare la paziente per eventuali esami di approfondimento, o per una eventuale nuova presa in carico”.

“Numerosi i vantaggi per tutti gli attori di questo processo che completa la Breast unit che ogni anno cura circa 570 pazienti all’anno affette da questo male – sottolinea il Direttore generale della ASST di Monza Mario Alparone -. Le pazienti potranno evitare l’iter di procedure per la prenotazione di esami e visite e potranno eseguire il controllo clinico in un ambiente più familiare e meno formale, i Medici di Medicina Generale proseguiranno la tradizione di essere il punto di riferimento per le proprie pazienti e gli specialisti ospedalieri avranno maggiori disponibilità da riservare alle situazioni cliniche più complesse o di difficile gestione. Si tratta di un ottimo modello di interazione che favorisce la ripresa alla normalità della vita quotidiana delle pazienti, valorizza e rafforza il legame clinico tra specialisti ospedalieri e Medici di medicina generale e ottimizza l’utilizzo delle risorse”.

“Certamente l’iniziativa rappresenta un valore aggiunto nella gestione delle patologie che necessitano un iter di follow up prolungato nel tempo e certamente il carcinoma della mammella ne è un esempio paradigmatico – aggiunge Carlo Maria Teruzzi, Presidente OMCeO Monza Brianza -. Un valore aggiunto che dovrebbe comunque rappresentare la normalità, ovvero è così che andrebbe fatto in qualsiasi settore della sanità pubblica e privata laddove il paziente ha la “sfortuna” di dover essere seguito nel tempo. L’Ordine dei Medici di Monza Brianza plaude a tale iniziativa che vede la medicina delle cure primarie e la medicina ospedaliera incontrarsi e collaborare per il bene dei cittadini. L’Ordine sarà sempre di supporto alle iniziative che le ASST e le Cure Primarie intraprenderanno per la reale presa in carico del paziente cronico”.