Al via il progetto pluriennale, coordinato da ATS, che vedrà coinvolte le RSA e numerosi stakeholder del territorio, con l'obiettivo di porre fine alla pratica della contenzione, purtroppo ancora estremamente diffusa tra gli operatori nella gestione sia degli ospiti delle strutture per acuti sia di lunga degenza.
“If you can dream it, you can do it!”
Prendiamo a prestito questa frase di Walt Disney per presentare il progetto aziendale “ATS Brianza libera da contenzione”, che ha preso Il via in questi giorni nella nostra azienda.
Il focus del progetto è centrato sulla pratica della contenzione, purtroppo ancora estremamente diffusa tra gli operatori nella gestione sia degli ospiti delle strutture per acuti sia di lunga degenza e quindi anche in quelle ubicate nel territorio dell’ATS Brianza.
La contenzione viene definita come “qualsiasi azione, procedura o mezzo applicato o adiacente al corpo, che la persona non può controllare o rimuovere facilmente, che impedisce la libertà di movimento atta ad assumere una posizione di scelta e/o l’accesso al proprio corpo” (Bleijlevens MHC et al, 2016)
Culturalmente l’impiego dei mezzi di contenzione è spesso motivato con la necessità di proteggere la persona fragile e/o anziana dalle conseguenze delle proprie azioni di movimento, soprattutto in presenza di deficit cognitivi e/o motori, o di disturbi comportamentali. Studi nazionali ed internazionali, e alcune esperienze virtuose anche italiane (Trieste, Padova, Bologna, Golgi - Abbiategrasso, Vendrogno - Lecco) hanno già dimostrato che la contenzione fisica può essere superata, anche nel rispetto dei diritti di libertà e di autodeterminazione, garantiti dalla Costituzione Italiana (artt. 13 e 32).
Il superamento di tale pratica è la risultante di una complessa azione che unisce sia competenze tecniche, attraverso la diffusione di buone prassi, sia la modifica di atteggiamenti consolidati negli operatori, con l’obiettivo finale di contribuire a creare i presupposti per un profondo cambio culturale che favorisca il benessere, in termini di serenità e qualità della vita, per i pazienti e gli ospiti nelle RSA e di riflesso per i loro familiari e per gli stessi operatori.
Il progetto “ATS Brianza libera da contenzione” ha visto la luce nel 2018, quando è stato costituito il Gruppo di Lavoro (GdL), formato da operatori di ATS provenienti da diverse Unità Operative/Dipartimenti. L’attuale Direzione Strategica ha condiviso finalità e obiettivi, sia formalizzando il percorso con la delibera n. 184 del 16 marzo 2019, sia finanziando adeguatamente le fasi di attuazione dello stesso
Il progetto pluriennale mira a “rendere libero” il territorio della ATS Brianza dalla contenzione a partire dalle strutture residenziali per anziani (RSA) per poi contaminare tutti i setting di cura, a partire da dove sono ospitati soggetti fragili. Alla luce dell’esperienza di Trieste che il GdL ha avuto l’ occasione di conoscere direttamente nel novembre scorso (vedi foto), è stato stimato un tempo medio di realizzazione del progetto di circa dieci anni.
Dopo la presentazione del progetto alle Associazioni rappresentative delle strutture socio sanitarie del territorio (AGeSPI, Anaste, Aiop, Aris, Arlea-Arsa, Uneba) il percorso è stato perfezionato e condiviso con alcuni esperti (sia clinici, che formatori, interni ed esterni all’Azienda).
Nel mese di aprile è stata inviata a tutte le RSA del territorio monzese e lecchese (65 strutture in tutto) una lettera di invito ad aderire al progetto. Quest’anno il progetto prevede il coinvolgimento degli operatori di almeno due strutture (RSA pilota) che seguiranno una prima giornata di formazione a giugno. Nello stesso mese verranno effettuate due indagini, quantitativa e qualitativa, presso le RSA pilota, per conoscere la prevalenza dei mezzi di contenzione applicati e le motivazioni che portano gli operatori a contenere gli ospiti piuttosto che adottare strategie alternative riconosciute come efficaci in letteratura. I mesi successivi saranno dedicati, attraverso momenti di formazione sul campo seguiti direttamente dagli esperti e dal GdL, all’analisi dei dati raccolti al fine di individuare i casi più significativi su cui instaurare la riflessione e studiare le strategie alternative da applicare per ridurre/eliminare la contenzione.
E’ prevista poi la realizzazione di un convegno a fine anno, con coinvolgimento di stakeholders pubblici/privati (ordini professionali, mass media, terzo settore, strutture territoriali etc) per la presentazione dei risultati dello studio (ottenuti confrontando i dati delle indagini ripetute dopo sei mesi dall’avvio del progetto nelle RSA pilota), per l’arruolamento di altre RSA dell’ATS Brianza per l’anno 2020, così da ampliare la sperimentazione; per la sensibilizzazione degli stake-holders coinvolti per allargare il movimento culturale sul tema.
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