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Controllo della peste suina africana - il ruolo chiave dei cacciatori

Controllo della peste suina africana - il ruolo chiave dei cacciatori

La peste suina africana (PSAF) è una gravissima malattia infettiva dei suini e dei cinghiali, di solito mortale per i quali non esiste un vaccino.

La presenza della malattia provoca conseguenze negative in vari settori:

1. Allevamenti ed economia:

• il virus uccide gli animali
• le perdite economiche per gli agricoltori sono aggravate dall’interruzione del commercio internazionale di animali e carne
• perdite economiche per i cacciatori.

2. Fauna e caccia:

• A causa della malattia, le popolazioni di cinghiali possono diminuire significativamente o addirittura scomparire.
• la caccia può essere limitata o addirittura vietata nelle aree infette aree (compresa la raccolta di carcasse e trofei)

Il settore suinicolo è uno dei settori agricoli economicamente più significativi nell’Unione Europea e in Italia. Rappresenta l'8,5% della produzione totale dell'industria agricola europea, la più alta rispetto ad altri settori della produzione di carne.

Le carni suine rappresentano il 50% del totale della produzione di carne nell'UE.

La carne suina e i prodotti derivati sono i prodotti maggiormente esportati di tutte le carni prodotte nell'UE, rappresentando il 62% delle esportazioni di carne totali dell'UE.

I cacciatori possono fare la differenza - nel bene e nel male - perchè possono aumentare o ridurre la diffusione della malattia

Trasmissione e diffusione della malattia.

La trasmissione può avvenire attraverso il contatto diretto di maiali o cinghiali sani con suini ocinghiale selvatici infetti (morti o malati).

Tuttavia, gli uomini e soprattutto i cacciatori – benché non siano colpiti dalla malattia – possono contribuire a diffonderla tramite:

• Qualsiasi contatto con animali infetti e carcasse.
• Contatto con qualsiasi materiale contaminato dal virus (ad es. abbigliamento, veicoli, altre attrezzature).
• Alimentazione degli animali (suini domestici) con carne o prodotti a base di carne proveniente da animali infetti (ad esempio salsicce o carne non cotta) o con rifiuti contenenti carne infetta (ad esempio rifiuti di cucina, mangimi, comprese le frattaglie).

I cacciatori hanno un ruolo chiave da svolgere

Quindi il ruolo dei cacciatori (e le loro associazioni) e la collaborazione con le Autorità sanitarie è fondamentale per prevenire il diffondersi della malattia e per individuarne tempestivamente l’eventuale presenza.

I cacciatori possono monitorare lo stato di salute degli animali selvatici e devono, quindi, adottare le seguenti misure:

  • informare tempestivamente i servizi veterinari il ritrovamento di un cinghiale selvatico morto
  • pulire e disinfettare le attrezzature, i vestiti, i veicoli e i trofei prima di lasciare l’area di caccia
  • eviscerare i cinghiali abbattuti solo nelle strutture designate
  • evitare i contatti con maiali domestici dopo aver cacciato
  • nel caso di caccia in altri Paesi (soprattutto in quelli dove è già stata segnalata la presenza di PSA), non portare in Italia, prodotti a base di carne suina o di cinghiale, quali, ad esempio, carne fresca e carne surgelata, salsicce, prosciutti, lardo, salvo che i prodotti non siano etichettati con bollo sanitario ovale.

Per segnalazioni relative a cinghiali morti (anche a seguito di incidente stradale) avvisare la Polizia Provinciale di Lecco ai seguenti n° di telefono:

orario d’ufficio 0341295254  fuori orario d’ufficio 03158888